Ho assistito sabato sera alla commedia in dialetto romanesco "Balla co' a lupa" di cui Giada Arena, la sbarazzina interprete di Assuntina Cecchini in Don Matteo, è tra i protagonisti.
Non vi racconterò la trama della commedia in quanto chi è di Roma o dintorni o chi voglia andare a vederla, non si ritrovi il finale già svelato.
Una descrizione generale di questo lavoro invece possa darla e anche dirvi le sensazioni che mi ha dato.
E' innanzitutto ambientata in una Roma papalina, dove la vita di tutti i giorni si incontra e si scontra con tante altre piccole realtà quotidiane e che spesso hanno molte similitudini con quelle attuali.
In un intrccio di vicoli cittadini, si intrecciano storie, personaggi, con tratti a volte drammatici, a volte divertenti ma che non lasciano mai annoiato lo spettatore. Personaggi che chi più che meno, lasciano il loro segno: il fornaio balbuziente, il verduraio che parla linguaggio contenente riferimenti a frutti e verdure, il fioraio impacciato e imbranato e il macellaio burbero ma dal cuore tenero.
E poi la componente femminile della commedia, che naturalmente ha una prevalenza rispetto a quella maschile in presenza scenica. Devo dire che l'argomento prostituzione viene trattato con garbo e rispetto, come si dovrebbe sempre fare in qualsiasi occasione. Non c'è squallore o volgarità nel parlarne e questo da un tocco di pacatezza a tutta la commedia. Anche il linguaggio usato è abbastanza pacato, parole poco carine diciamo vengono solo accennate e bloccate sul nascere. Dialoghi divertenti e a tratti drammatici quando il momento lo richiede e vengono recitati con la stessa intensità intepretativa. Gag, equivoci e personaggi ne fanno un lavoro semplice, fluido, rilassante e devo dire anche coinvolgente dal punto di vista emotivo. Un tocco di ironia e di divertimento in più lo da sicuramente il recitare in dialetto romanesco, ma non un dialetto stretto e quindi comprensibile anche chi non è romano.
La comicità, frizzante ma mai volgare, è lo strumento per raccontare sentimenti semplici di gente umile ma ricca di una saggezza popolare antica.
Scenografie semplici ma essenziali, luci buone e tempistica perfetta sia tra gli attori, sia tra gli attori e la regia. Attori di ottimo livello, con mimica e gestualità appropriate. I costumi sono semplici come erano all'epoca ma ben curati, mai volgari.
Una nota di merito particolare, a mio gusto naturalmente, va per il fornaio, davvero geniale e bravissimo nel caratterizzare il suo personaggio e alla prostituta sempre affamata, un pò tonta, a tratti un pò ingenua e a volte con la lingua troppo sciolta. Entrambi, suscitano più di una rista allo spettatore.
E veniamo a Giada...il suo personaggio è sfuggente e misterioso direi ma presente al punto giusto, si inserisce in modo dapprima drammatico per poi volare sulla leggerezza della comicità della commedia stessa. Il personaggio di Maria è quasi impalpabile ma protagonista quando meno te lo aspetti e che mette in mostra le doti intepretative di Giada.
Grinta, mimica e gestualità sempre perfette e appropriate, mai un'incertezza nella voce e cipiglio di chi sul quel palco sembra esserci nata e cresciuta...ottima professionalità e buon feeling con attori sicuramente più esperti di lei ma con i quali interagisce splendidamente e senza esitazioni. Degni di nota i due quasi monologhi di Giada in cui si può notare la sua ottima intepretazione fatta con grinta, impostazione vocale appropriata e proprietà del mestiere che in una ragazza di 17 anni e poco più sorprendono piacevolmente e fanno sperare in un futuro più che roseo per in questo mondo che si chiama teatro.
Maria Letizia
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